Il Parlamento neozelandese è il più inclusivo di sempre

 


Dalla vittoria della laburista Jacinda Ardern alle elezioni, ci saranno molte più donne (la più alta percentuale di donne mai elette, il 48%), persone non bianche e membri della comunità LGBT+ in Parlamento.

Alle elezioni, il suo partito ha ottenuto 64 seggi su 120: è la prima volta dal 1996 che un qualsiasi partito neozelandese riesce a ottenere la maggioranza assoluta, senza necessità di creare una coalizione. Nonostante questo, la Ardern ha iniziato a trattare per un’alleanza con i Verdi, che hanno ottenuto 10 seggi. Prima delle elezioni, governava in coalizione con il partito nazionalista New Zealand First, che non ha ottenuto invece nemmeno un seggio. Sia che governi da sola sia che lo faccia in coalizione con i Verdi, quello della Ardern sarà il primo governo totalmente di centro-sinistra in Nuova Zelanda dagli anni ‘70.

Sono il Partito laburista e i Verdi a rendere il Parlamento neozelandese inclusivo

Tra i nuovi deputati laburisti il 55% è composto da donne, e tra i Verdi lo sono 7/10. All’interno del principale partito d’opposizione, il Partito nazionale, le donne elette sono il 31%. Il nuovo Parlamento sarà composto per il 10% da persone dichiaratamente lesbiche, gay, bisessuali o transgender: “la percentuale più alta di ogni parlamento al mondo”, dice Reuters. Tra essi ci sono politici di rilievo, tra cui il ministro delle Finanze Grant Robertson, apertamente gay, ed Elizabeth Kerekere, attivista LGBT+ e ricercatrice maori.

Il nuovo Parlamento neozelandese è anche più giovane

Paul Spoonley, professore della Massey University, ha detto a Reuters che la maggior parte dei nuovi parlamentari è sotto l’età media e molti sono millennial, nati tra il 1981 e il 1996. Jacinda Ardern stessa, quando fu nominata per la prima volta nel 2017, a 37 anni era la persona più giovane a capo di un governo in tutto il mondo. “Abbiamo assistito all’uscita dal Parlamento di molti candidati più anziani, maschi e bianchi, alcuni dei quali erano lì da oltre 30 anni”, ha detto Spoonley.

In Nuova Zelanda non ci sono quote affinché sia garantito un numero prestabilito di posti in Parlamento a donne o membri delle minoranze, per quanto la rappresentanza dei maori è garantita da un sistema che riserva dei seggi ai loro candidati. Ciascun partito ha libertà di determinare la composizione delle proprie liste: Jennifer Curtin, direttrice del Public Policy Institute dell’Università di Auckland, in un’intervista ha detto che “La maggior parte dei partiti cerca almeno di assicurarsi che le liste siano uno specchio della società neozelandese”, anche se i partiti conservatori tendono a mettere donne e membri delle minoranze in basso nelle liste elettorali, in posizioni dove è più complesso venire eletti. L’unica eccezione è il Partito laburista, che nel 2013 votò un regolamento che obbligava il partito a candidare almeno metà deputate donne.


Costanza Falco

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