PNRR: alla Lombardia 18,7
miliardi, il 13% del totale nazionale. Transizione ecologica e Istruzione trainano gli investimenti con il 53%
delle risorse
CNA Lombardia: “Indispensabile realizzare un
tagliando dello stato di avanzamento dei cantieri PNRR. Regione Lombardia deve
inoltre mantenere la gestione dei Fondi di Coesione Europei, no a una
governance nazionale”
Il PNRR si
conferma un pilastro fondamentale per il rilancio economico e la trasformazione
della Lombardia, all'insegna di innovazione e sostenibilità. A
maggio 2025, infatti, le risorse del PNRR assegnate a progetti nel territorio
lombardo sfiorano i 18,7 miliardi di euro, rappresentando il
13,1% del totale nazionale.
Secondo i dati
elaborati dal Centro Studi Sintesi per CNA Lombardia, da un’analisi
approfondita delle risorse emerge un chiaro orientamento verso la "Rivoluzione
Verde e Transizione Ecologica" (Missione 2), che rappresenta il
principale capitolo di investimento con il 34,3% delle risorse totali
assegnate alla regione. Questo si traduce in un ammontare significativo di
6.405 milioni di euro destinati a progetti che mirano a promuovere la
sostenibilità ambientale e l'efficienza energetica sul territorio lombardo.
Altrettanto
strategica è la Missione 4 "Istruzione e Ricerca", che si
posiziona al secondo posto con il 19% delle risorse, corrispondente a
3.543 milioni di euro. Questo sottolinea un forte impegno nel potenziamento
del capitale umano e nella promozione dell'innovazione, fattori chiave per la
competitività della regione. Complessivamente, queste due missioni (Transizione
Ecologica e Istruzione) assorbono oltre la metà degli investimenti PNRR in
Lombardia, ovvero il 53%.
“L’Europa
deve continuare a tenere un canale di relazione privilegiato con le economie
reali, per questo in questa fase di incertezza geopolitica, è quanto mai
indispensabile realizzare un “tagliando” dello stato di avanzamento dei
cantieri PNRR - Giovanni Bozzini, Presidente CNA Lombardia -. Dobbiamo
infatti sfruttare ogni opportunità di volàno per gli investimenti e connettere
i fondi europei alle infrastrutture, ai servizi, all’economia dei territori.
Tutto si tiene insieme: anche il monitoraggio dei cantieri Milano - Cortina
depone a favore di un territorio lombardo e di un sistema lombardo pronto a
cogliere le opportunità, privilegiando il concetto di una “legacy”, di una
eredità da far restare come ricchezza sostenibile per le generazioni future.”
Per quanto
riguarda la ripartizione tra gli altri ambiti di intervento, le risorse sono
così distribuite:
Missione 3
"Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile": 13,6% del
totale, pari a 2.537 mio di euro.
Missione 6
"Salute": 13,5% del totale, corrispondente a 2.516 mio di
euro, a conferma dell'attenzione al potenziamento del servizio sanitario
regionale.
Missione 5
"Inclusione e Coesione": 10,5% delle risorse, ovvero 1.969 mio di
euro.
Missione 1
"Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura e Turismo":
8,5% delle risorse, pari a 1.594 mio di euro.
Missione 7
"REPower-EU": 0,6% del totale, con 117 mio di euro.
Relativamente ai
soggetti attuatori, la gestione delle risorse è prevalentemente pubblica.
Il 73,4% delle risorse assegnate in Lombardia risulta in capo alle
istituzioni pubbliche. Tra queste, gli Enti Nazionali (come RFI, ANAS, scuole,
agenzie statali) detengono la quota maggiore con il 23,8% (4.440 milioni
di euro), seguiti dalla Regione con il 20,4% (3.820 milioni di euro) e
dai Comuni con il 15,8% (2.959 milioni di euro). Le altre
amministrazioni locali gestiscono il 10,3% delle risorse (1.920 milioni
di euro). Il restante 26,6% degli investimenti è in capo al settore privato,
includendo imprese, università private e fondazioni, per un valore di 4.966
milioni di euro.
“Troviamo
quanto mai necessario appoggiare in pieno l’azione di Regione Lombardia e degli
stakeholders sociali ed economici lombardi nel pretendere il mantenimento di
una governance regionale dei Fondi di coesione europei - afferma Stefano
Binda, Segretario di CNA Lombardia -. Un cambio di paradigma a favore di
una governance nazionale costituirebbe un elemento di semplificazione, ma di
impoverimento della capacità delle comunità locali e territoriali di influire
sulla finalizzazione progettuale di un pacchetto rilevantissimo, per non dire
maggioritario, delle risorse a disposizione per la competitività.”
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