La nuova soluzione di ABB sugli azionamenti raffreddati a liquido
Gli inverter ABB raffreddati a liquido rappresentano la soluzione perfetta per un’ampia gamma di applicazioni dove è necessario risparmiare spazio, ridurre il rumore o fare i conti con ambienti difficili
Durante il funzionamento
tutti gli azionamenti tendono normalmente a scaldarsi e richiedono
necessariamente un sistema di raffreddamento per funzionare in maniera
ottimale. Ciò, tuttavia, pone una serie di vincoli sia a livello di progettazione
che di logistica e manutenzione. Nella gran parte delle applicazioni, il
raffreddamento avviene con l’aria e necessita di spazi idonei alla
ventilazione, manutenzioni frequenti senza tuttavia poter garantire efficienze
elevate. L’alternativa può essere quella di impiegare inverter con sistemi di
rimozione del calore con fluidi liquidi al posto dell’aria. Sono i cosiddetti liquid-cooled drives
e offrono vantaggi significativi in termini di compattezza, efficienza e
modularità. ABB è in pole position da anni nello sviluppo di questa tecnologia,
con decine di casi studio nel settore del trasporto marino e dell’industria,
fino ad arrivare alle difficili applicazioni nel mining e nell’Oil&Gas. ABB
offre un’ampia gamma di soluzioni come l’ACS880LC, una versione all’avanguardia di
inverter che garantisce potenze di quasi il 50% maggiori con gli stessi consumi
dei modelli precedenti.
Perché usare l’acqua?
Semplice, si tratta di un fluido oltre 23 volte più efficiente nel trasferire
calore rispetto all’aria (motivo per cui nei caloriferi di casa viene usata la
prima e non la seconda). Nei liquid-cooled
drives, il liquido estrae calore dagli inverter e lo dissipa tramite
scambiatori con efficienze che possono superare il 98%. Gli azionamenti ABB
raffreddati a liquido utilizzano una miscela a base d’acqua, con additivi per
evitare corrosione e congelamento.
Non c’è rischio di
cortocircuito? Come noto, acqua ed elettricità non vanno mai troppo
d’accordo, ma il sistema refrigerante dei drives ACS880LS di ABB opera a flussi
e pressioni particolarmente basse e ciò riduce al minimo la probabilità di
perdite. Senza contare che il liquido additivato ha una conduttività elettrica
molto inferiore a quella dell’acqua pura, minimizzando il rischio di corto o
arco elettrico, nella remota ipotesi che qualche goccia di liquido venisse in
contatto con i componenti delle linee.
Che differenza c’è tra un
sistema raffreddato ad acqua e uno ad aria?
Prendiamo un inverter da 6 MW di potenza: la macchina può arrivare a produrre
150 kW di calore di processo durante il suo funzionamento, calore che viene
asportato dal fluido, sia esso aria o un liquido. Nel caso dell’aria, per
aumentare lo scambio termico, il drive va installato in ambiente ventilato, che
può essere predisposto all’umidità, a temperature troppo elevate o
eccessivamente basse. Per non parlare della polvere o dei gas corrosivi,
fattori da tenere in considerazione, perché spesso presenti nei siti
industriali. Insomma, un tradizionale azionamento raffreddato tramite
ventilazione potrebbe avere vite utili ridotte per tutte queste ragioni. Nel
caso dell’acqua, invece, il calore di processo
viene convogliato verso un circuito esterno tramite uno scambiatore e una
pompa, per essere eventualmente “riciclato”
in altre fasi della produzione. Un sistema raffreddato a liquido necessita
anche di manutenzioni meno frequenti,
non essendoci filtri e condotti dell’aria da pulire per garantire il flusso di
raffreddamento adeguato. I drives
della serie ACS880LC a raffreddamento liquido sono realizzati all’interno di
una scocca sigillata ermeticamente, eliminando
quindi la necessità di prevedere uno spazio extra attorno all’azionamento,
condotti dell’aria adiacenti o chiller nello stesso ambiente. In questo modo
viene ridotto a zero anche il rischio di esposizione a polveri o detriti, che
potrebbero danneggiare il drive.
Link: https://www.rinnovabili.it/energia/efficienza-energetica/azionamenti-raffreddati-a-liquido-avanguardia-abb/
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