Sinner si ferma: Davis senza il numero 2 del mondo
In un colpo che ha sorpreso il mondo del tennis italiano, Jannik Sinner ha annunciato la sua decisione di non partecipare alla prossima edizione della Coppa Davis, in programma a Bologna dal 19 novembre. La notizia è stata confermata dal capitano azzurro Filippo Volandri, il quale ha spiegato che il campione non ha “dato la sua disponibilità”.
La rinuncia del N.2 al mondo arriva dopo una stagione
intensa e di successo, e rappresenta certamente uno dei momenti più delicati
per la squadra italiana. Come riportato dal Corriere
della Sera «La Davis non è obbligatoria» e Sinner, già protagonista nelle
vittorie del 2023 e del 2024 sembra aver scelto di fare un temporaneo passo
indietro per motivi personali o legati al suo calendario.
Secondo l’articolo, la scelta dell’altoatesino pare maturata
non tanto per un infortunio o problema tecnico, quanto più per ragioni di
pianificazione personale e professionale.
Difatti, nel tennis moderno la partecipazione a eventi per
nazioni è sempre più una scelta consapevole, non più un automatismo, come
sottolinea la carriera dell’iconico Roger Federer, che in carriera ha partecipato poche
volte alla Coppa Davis pur essendo uno dei grandi protagonisti del tennis
mondiale.
Per l’Italia, la buona notizia è che la squadra convocata
appare solida e pronta a riconfermarsi per la terza volta consecutiva: nomi
giovani e ambiziosi come Flavio Cobolli e Lorenzo Musetti saranno
affiancati dall’esperienza di Matteo Berrettini, Andrea Vavassori e
Simone Bolelli. La rinuncia di Sinner può rappresentare anche una
opportunità per altri giocatori di emergere e assumersi responsabilità
importanti in un contesto prestigioso come la Coppa Davis.
Per Sinner, invece, la decisione sembra essere dettata da
una riflessione sulla gestione dell’energia, delle priorità e del calendario:
dopo aver già contribuito in maniera decisiva alla recente vittoria di squadra sceglie
di guardare con maggiore attenzione alla propria carriera individuale.
La rinuncia di Sinner non va vista come un abbandono, ma
come una scelta meditata in un momento cruciale della sua carriera: la
storia ci dice che i grandi atleti sono anche quelli capaci di fare scelte
sagge oltre che spettacolari. Il movimento tennistico italiano, dal canto
suo, potrà godere comunque della partecipazione di un gruppo che ha voglia,
fame e un futuro già scritto.
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