“Exit uscita di sicurezza”: quando, sempre più spesso, il lavoro diventa mobbing

 


Martedì 24 maggio alle ore 18 presso la libreria Libraccio di viale Romolo, 9 a Milano verrà presentato “Exit-Uscita di Sicurezza” dell’esordiente Enrica Ficai Veltroni, un romanzo che parla di mobbing sul lavoro e si svolge interamente negli uffici di un’agenzia internazionale di pubblicità alla fine dello scorso millennio e accompagna il lettore in un “viaggio tra un’epoca e un’altra, attraversando una terra di nessuno”, come scrive Dario Diaz nella prefazione, verso un futuro luminoso che non si accende mai, ma che è costellato di accecanti segnali di uscita di sicurezza.

La storia di Enrica Ficai Veltroni sarà presentata da Elisabetta Salvadori,  consulente in marketing e comunicazione e tratta di un episodio di mobbing collettivo, dove le vicende di Vittoria Voloni, la protagonista, s’intrecciano con quelle dei suoi colleghi, molti dei quali sono vittime o complici di un fenomeno all’epoca nuovo, ma che probabilmente già non lo era e che ancora oggi persiste uguale a se stesso: il mobbing, ovvero quell’insieme reiterato di vessazioni che hanno lo scopo di emarginare un lavoratore per estrometterlo dall’azienda. È infatti il 1997 e il mondo del lavoro, quello della comunicazione in modo particolare, punta alla modernizzazione e si muove come su una faglia fragile dove tutto può essere terremotato da un giorno all’altro. 

Secondo uno studio risalente agli anni 2000, il 4% dei dipendenti italiani dell’epoca, ovvero circa 720.000 persone, sarebbero state colpite da terrorismo psicologico sul lavoro.

“A partire dal 2008, con il nuovo testo unico sulla sicurezza, il mobbing viene visto come un rischio sociale” osserva Rossella Capecchi, psicologa del lavoro. Ma la giuslavorista Maria Luisa Vallauri, in una conversazione sul libro, ricorda che “in Italia non abbiamo ancora una fonte normativa che ci offra una definizione del mobbing sul lavoro”.

Bossing e mobbing orizzontale sono i fenomeni raccontati in prima persona, con vivacità ed ironia, da Vittoria, manager e creativa di successo, alle prese con la ristrutturazione aziendale della grande agenzia in cui lavora, che si concretizza nella presenza del nuovo direttore creativo esecutivo, Don, un “serial killer di dipendenti” con gli occhi di ghiaccio, venuto da lontano per dar man forte ad un management deciso ad operare un radicale cambiamento.

Ma esiste una grammatica del cambiamento? Così risponde Vittoria: “I fatti non si pronunciano con la stessa voce suadente. E non si presentano nell’ordine sintattico che darebbe loro un senso. Così gli strattoni possono essere forti.”

I capitoli sono brevi e si rincorrono come le puntate di una serie televisiva, i dialoghi serrati. Ogni mattina il lettore desidera tornare con Vittoria in R&D, per ridere, per piangere, per continuare ad emozionarsi e a credere in un possibile futuro luminoso. Ma presto dovrà rendersi conto che il futuro è laggiù, in fondo alla sala, indicato dal segnale luminoso EXIT.

Enrica Ficai Veltroni nel 1981 vince una borsa di studio per l’introduzione di 60 giovani in pubblicità. Inizia così la sua carriera di creativa pubblicitaria a Milano nelle grandi agenzie internazionali. Sposata e con un figlio, continua a scrivere per la pubblicità e inizia ad insegnare strategia e creatività pubblicitaria. Negli ultimi anni decide di dedicarsi a tutto ciò che prima non ha mai avuto il tempo di fare.

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