La lunga marcia della carbon tax
Applicare una tassa su coloro che producono emissioni è una strada per ridurle, tuttavia la leva fiscale colpisce i carburanti e le fasce più deboli: per questo si studia un meccanismo di protezione. E se fosse giunto il momento di pensare seriamente all'adozione della carbon tax? Dopo anni di posticipi, pare sia arrivato il momento di agire per porre almeno un freno al riscaldamento globale: con le soluzioni tecnologiche e scientifiche si torna a valutare quelle economico-fiscali.
Non solo USA
La leva fiscale usata per scoraggiare
l'utilizzo di petrolio, carbone e gas a favore di fonti rinnovabili, era stata
oggetto di un Nobel assegnato nel 2018 a William
Nordhaus, professore di Economia a Yale. Nell'attesa che Trump colga
l’invito degli accademici degli States, al suo posto c’è chi lo fa in altre
zone del globo. L'ultima adesione alla carbon tax è stata in Germania: Berlino
ha, infatti, annunciato che dal 2021 i tedeschi pagheranno 25 euro per ogni tonnellata
di CO2 emessa. Per tale motivo, il costo di un litro di benzina aumenterà, e
con il trascorrere degli anni, la carbon tax aumenterà fino a portarsi a 55
euro per ogni tonnellata di CO2 emessa. Con gli introiti che deriveranno dalla
tassa, il governo tedesco ha intenzione di ridurre la sovrattassa che grava
sulle bollette elettriche e finanzia lo sviluppo delle energie
rinnovabili. La prima carbon tax fu adottata nel 1990 in Finlandia,
e l’anno successivo lo stato venne seguito a ruota da Svezia, Norvegia e
Danimarca. Dal 2000 è stata la volta della Svizzera e di altre Nazioni: dal
Sudafrica a Cile e Argentina, dal Canada a Francia, Spagna e Portogallo.
Qualche considerazione dell’esperto
La leva fiscale usata per scoraggiare
l'utilizzo di petrolio, carbone e gas a favore di fonti rinnovabili, era stata
oggetto di un Nobel assegnato nel 2018 a William
Nordhaus, professore di Economia a Yale. Nell'attesa che Trump colga
l’invito degli accademici degli States, al suo posto c’è chi lo fa in altre
zone del globo. L'ultima adesione alla carbon tax è stata in Germania: Berlino
ha, infatti, annunciato che dal 2021 i tedeschi pagheranno 25 euro per ogni
tonnellata di CO2 emessa. Per tale motivo, il costo di un litro di benzina
aumenterà, e con il trascorrere degli anni, la carbon tax aumenterà fino a
portarsi a 55 euro per ogni tonnellata di CO2 emessa. Con gli introiti che
deriveranno dalla tassa, il governo tedesco ha intenzione di ridurre la
sovrattassa che grava sulle bollette elettriche e finanzia lo sviluppo delle
energie rinnovabili. La prima carbon tax fu adottata nel 1990 in
Finlandia, e l’anno successivo lo stato venne seguito a ruota da Svezia,
Norvegia e Danimarca. Dal 2000 è stata la volta della Svizzera e di altre
Nazioni: dal Sudafrica a Cile e Argentina, dal Canada a Francia, Spagna e
Portogallo.
Costanza Falco
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