Il ruolo della nutrizione nella cura dei pazienti post-Covid



Una ricerca mira a definire delle linee guida sulla nutrizione da poter adottare in caso di diagnosi da Covid-19. L’alimentazione è un gesto vitale, che ripetiamo più volte nell’arco della giornata in modo quasi automatico, molto spesso addirittura senza pensarci. Questa abitudine, a volte, ci spinge a non dare il giusto peso a qualcosa che invece può condizionare la nostra vita in modo radicale.

“Siamo ciò che mangiamo”: niente di più vero.

La scienza ha dimostrato che la prima forma di prevenzione si fa a tavola, “ma c’è ancora poca informazione corretta, purtroppo l’alimentazione non è ancora considerata una scienza clinica, quindi ognuno crede di poter fare e dire ciò che vuole in proposito”, ha affermato il professor Riccardo Caccialanza, Direttore dell’UOC Dietetica e Nutrizione Clinica presso la Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia. È in atto un progetto di ricerca condotto da medici di sedici paesi in tutto il mondo, che mira a stabilire delle linee guida sulla nutrizione così da poterla attuare in caso di diagnosi da Covid-19. Fino ad oggi, con la diffusione globale del virus, si è arrivati ad una comprensione più ampia dei sintomi e delle opzioni terapeutiche per contrastare il Covid-19. Tuttavia, non è altrettanto noto l’iter migliore per la riabilitazione dei pazienti dimessi dalle terapie intensive. I pazienti possono arrivare a perdere fino a un kg di massa al giorno, per tale motivo un ricovero che si prolunga nel tempo può ridurre la struttura muscolare del paziente in modo drastico, riducendo anche la forza e le capacità di recupero. La perdita di peso può avere effetti di grande entità, il rischio di indebolire il sistema immunitario e di conseguenza lo sviluppo di lesioni e piaghe da decubito è molto alto. Le persone escono dall’ospedale indebolite e si è potuto notare come molte volte non sono nemmeno in grado di seguire programmi di riabilitazione e svolgere le attività quotidiane di base

Ad oggi sono poche le direttive specifiche formulate sulle terapie nutrizionali

Il professor Caccialanza è uno dei primi ad aver avviato le ricerche sull’impatto dell’alimentazione e dell’esercizio fisico sul recupero delle funzioni e sul miglioramento della qualità di vita nei pazienti post Covid-19. Caccialanza sottolinea il bisogno di un continuo supporto nutrizionale anche dopo le dimissioni: “In Italia finora abbiamo riscontrato che le complicazioni dovute alla perdita di massa magra possono prolungare i tempi di ripresa dei pazienti e ciò si traduce in un ulteriore carico sulle spalle di un sistema sanitario già sofferente. È necessario poter disporre di linee guida cliniche per ottimizzare il recupero dei pazienti e aiutarli a riacquistare la capacità di svolgere le attività quotidiane. I pazienti devono avere la forza e l’energia necessarie per affrontare le esigenze fondamentali. È altrettanto importante ottimizzare lo stato nutrizionale e il sistema immunitario, che sono strettamente correlati, delle parti di popolazione più fragili e che maggiormente possono essere esposte a forme severe di Covid-19 nell’ottica di una possibile seconda ondata: queste sono rappresentate dagli anziani e dai pazienti affetti da patologie croniche, anche se ora l’età dei contagiati si è notevolmente abbassata”. Ad oggi, ciò che emerge dalle indagini, sono solamente dei dati d’osservazione, che evidenziano come la malnutrizione per eccesso, sovrappeso o obesità, o per difetto possa essere un rischio nella diagnosi da Covid-19. “Sappiamo che la nutrizione è un tassello fondamentale per lo stato di buona salute o comunque per un recupero più veloce da determinate malattie, ma non abbiamo ancora evidenze scientifiche relative a specifici nutrienti o alimenti. Anche perché il coronavirus ha dimostrato di essere in continua evoluzione, quindi anche la ricerca scientifica deve esserlo”. Tuttavia per provare a fornire con certezza dei dati in merito, bisognerà aspettare l’inizio del 2021, quando molte delle indagini in corso trarranno delle conclusioni concrete.


Costanza Falco

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