Consumi
+1%, investimenti al palo e credito in ritirata
L’economia della Lombardia si trova di fronte a un bivio:
intraprendere la strada della crescita consolidata oppure rimanere in un
limbo di stagnazione, che alimenta l’incertezza tra imprenditori e
imprese. La situazione internazionale non aiuta, ma resta il fatto che, ad aprile,
le proiezioni per il 2025 indicano un PIL in crescita al di
sotto delle attese, fermandosi a +0,7%. Gli investimenti,
contrariamente alle previsioni, tornano a crescere, seppur lievemente al
+0,4%, mentre i consumi restano tiepidi, ma comunque
positivi al +1%. Sono questi alcuni dei dati forniti da CNA Lombardia nel Secondo
Focus 2025 sull'andamento dell'economia regionale, realizzato dal Centro
Studi Sintesi.
PIL, investimenti e
consumi
Le prospettive incerte sul piano globale condizionano inevitabilmente le previsioni
di crescita del PIL per l’anno in corso, riviste al ribasso dal
+1,1% di gennaio all’attuale +0,7%. Secondo le ultime proiezioni, nel 2025
il PIL dovrebbe attestarsi a un livello superiore dell’8,8% rispetto al 2019.
Per quanto riguarda gli investimenti, dopo un triennio ampiamente
positivo, nel 2024 la crescita si è fermata al +0,5%. Le previsioni
per il 2025 indicano una sostanziale conferma di questa tendenza, con una crescita
stimata del +0,4%. È evidente che si tratta di proiezioni da interpretare
alla luce dell’elevato grado di incertezza geopolitica.
Sul fronte dei consumi, dopo un biennio di stagnazione, si prevede
un leggero rafforzamento nel 2025, con una crescita del +1%. Su
un orizzonte temporale più ampio, la dinamica appare moderata: i consumi del
2025 dovrebbero essere a +2,2% rispetto ai livelli del 2019.
“L’economia lombarda si trova ad un bivio, con l’incertezza che pesa
sulle dinamiche di investimento - afferma Giovanni Bozzini, Presidente
di CNA Lombardia -. E’ come se gli operatori economici volessero capire
bene il prossimo futuro per decidere cosa fare, in che direzione muoversi.”
.JPG)
Occupazione e Prestiti alle imprese
Uno degli aspetti positivi del 2024 è rappresentato dall’occupazione:
in Lombardia il numero degli occupati è leggermente superiore a quello
dell’anno precedente (+0,8%). Questa crescita è trainata dai
settori dell’agricoltura (+3,4%), del commercio (+2,0%) e degli altri
servizi (+1,4%), che compensano la perdita di posti di lavoro nelle costruzioni
(-2,9%) e nell’industria (-0,4%).
A livello territoriale, l’occupazione cresce a Milano (+1,9%),
Cremona (+1,8%), Bergamo (+1,3%), Brescia (+1%), Mantova (+0,9%), Pavia (+0,3%)
e Varese (+0,3%). Segno negativo, invece, per Monza e Brianza (-0,6%), Como
(-0,9%), Lecco (-1,1%), Lodi (-1,2%) e Sondrio (-2,2%). Il confronto con il
2019 mostra un trend estremamente positivo, con un incremento del +28%.
Preoccupante, invece, è la contrazione dei prestiti alle imprese: in
due anni si sono ridotti di quasi 14 miliardi di euro. Solo nel 2024,
il valore complessivo è diminuito del 2,2%, colpendo soprattutto le piccole
imprese (-7,7%). I settori più penalizzati sono le costruzioni (-6,2%) e i
servizi (-2,3%). A livello provinciale, l’unica eccezione positiva è Lodi, con
un +16,8%. Tutte le altre province registrano cali: Pavia (-9%), Sondrio
(-6,8%), Varese (-6,4%), Como (-5,4%), Bergamo (-4,8%), Lecco (-4,7%), Cremona
(-3,7%), Monza e Brianza (-3,6%), Milano (-1,6%), Mantova (-1,3%) e Brescia
(-0,1%).
“Dopo il Covid abbiamo avuto un momento di ripresa robusta, diffusa,
euforica - commenta Stefano Binda, Segretario di CNA Lombardia
-. Poi una lunga fase di incertezza, che stiamo vivendo tuttora: prima per i
prezzi dell’energia e delle materie prime, poi per ragioni prettamente
geopolitiche e legate alle tensioni di un mondo frammentato e multipolare alla
ricerca di nuovi equilibri di potenza. Le nostre imprese pompano sangue nel
cuore dell’Europa, ma stiamo aspettando che l’Europa diventi un attore in
questo scenario.”
Inflazione ed export
A incidere negativamente sui consumi è anche l’inflazione: dopo
una fase di stabilità, nel primo trimestre 2025 i prezzi in Lombardia sono
aumentati del +1,4%, in crescita rispetto allo stesso periodo del 2023
(+0,8%). Gli aumenti più significativi si registrano nell’istruzione (+3%), nei
servizi ricettivi e di ristorazione (+2,4%) e nei costi di abitazione, acqua ed
energia (+2,9%).
Per quanto riguarda l’export, nel 2024 la Lombardia mantiene
sostanzialmente i livelli dell’anno precedente (+0,6%). Si evidenziano cali
in alcuni settori chiave: sistema moda (-6,2%), metallurgia (-3,8%)
e sistema casa (-2,6%). Al contrario, registrano crescite l’agroalimentare
(+6,2%), la meccanica (+1,7%) e la chimica-gomma-plastica (+1,4%).
A livello provinciale, spicca la performance di Lodi (+21%). Segnali positivi
anche da Monza e Brianza (+5,8%), Sondrio (+5%), Como (+3,1%), Pavia (+3%),
Mantova (+1,6%) e Lecco (+0,5%). In calo invece Varese (-7,2%), Brescia
(-2,1%), Cremona (-1,3%), Bergamo (-0,4%) e Milano (-0,2%).
“Bisogna osservare attentamente i fenomeni e rinnovare con le
istituzioni un Patto per la competitività e la crescita sostenibile orientato a
valorizzare la vocazione produttiva della Lombardia in una strategia europea
- spiega il Bozzini -. Il dialogo dell’Assessorato allo Sviluppo
Economico e di Regione Lombardia con le altre Regioni europee è un’opportunità
da non perdere.”
Imprese attive e imprese
artigiane
A marzo 2025 le imprese attive in Lombardia superano
le 811.000 unità, in lieve aumento rispetto al trimestre precedente (+1.152,
pari a +0,1%). Il confronto con dicembre 2019 mostra un calo contenuto
(-0,4%), corrispondente a circa 2.900 imprese in meno. In controtendenza
risultano i servizi alle imprese, i servizi alla persona, il settore
comunicazione-cultura e le costruzioni, che mostrano segnali di crescita. Nel
dettaglio provinciale, rispetto a dicembre 2024: Varese (+313, +0,5%), Milano
(+1.500, +0,4%), Brescia (+326, +0,3%), Monza e Brianza (+172, +0,2%), Bergamo
(+109, +0,1%), Como (+49, +0,1%), Lecco (+14, +0,1%). In calo invece Cremona
(-32, -0,1%), Lodi (-26, -0,2%), Mantova (-99, -0,3%), Pavia (-137, -0,3%) e
Sondrio (-37, -0,3%).
La situazione dell’artigianato resta invece difficile. A marzo
2025 le imprese artigiane attive sono 229.896, in calo di 1153
unità (-0,5%) rispetto al precedente trimestre (dicembre 2024) e quasi
11.700 in meno rispetto a dicembre 2019 (-4,8%). Negli ultimi cinque anni si
registra una flessione soprattutto nei settori della produzione e
della logistica, mentre i servizi alla persona e alcune attività non
tradizionalmente artigiane mostrano un andamento positivo. Anche qui, la
flessione è generalizzata a livello provinciale: Varese è la più colpita (-460,
-2,3%), seguita da Lecco (-48, -0,6%), Pavia (-69, -0,5%), Mantova (-47,
-0,5%), Lodi (-27, -0,5%), Bergamo (-121, -0,4%), Milano (-202, -0,3%), Monza e
Brianza (-75, -0,3%), Como (-55, -0,3%), Cremona (-17, -0,2%), Brescia (-28,
-0,1%) e Sondrio (-4, -0,1%).
“La situazione oggettivamente è migliore di quanto pensassimo nel 2024
rispetto al 2025, ma suggerirei prudenza nelle previsioni - sottolinea il
Presidente di CNA Lombardia -. E indubbiamente una tendenza merita una
valutazione attenta: la vocazione manifatturiera della Lombardia vive un
periodo di parziale indebolimento, mentre avanzano i servizi, alle persone e
alle imprese. Questo nuovo terziario che nasce, con dentro anche molto turismo,
merita una valutazione: il fatto è in sé positivo, ma occorre capire quanto sia
il valore aggiunto di queste nuove componenti imprenditoriali.”
Commenti
Posta un commento